Cezanne HR ha avviato un sondaggio per comprendere quanto le tematiche di smart working, orario flessibile e lavoro da casa, risultino importanti per i dipendenti di diverse aziende in diversi contesti, geografici ed occupazionali.
Circa un terzo delle persone intervistate ha dichiarato che rinuncerebbe a parte del proprio stipendio pur di avere la possibilità di lavorare da casa.
La domanda era: “Cambieresti posto di lavoro a fronte di una riduzione della retribuzione, se questo ti consentisse di lavorare da casa?”. Il 66% ha risposto che si tratta di un prezzo troppo alto da pagare, ma per il 34% l’aspetto economico non incide sulla decisione finale.
Tra le motivazioni per cui prediligere il lavoro da casa, vi è l’idea di poter creare un ambiente di lavoro privo di interruzioni ed elementi di disturbo, oltre naturalmente alla possibilità di instaurare un equilibrio più sano tra vita privata e vita lavorativa.
Il genere non influenza particolarmente le risposte, con percentuali di “Sì” che differiscono solo del 2% tra uomini e donne.
Il risultato riflette un passaggio ormai avviato verso modalità lavorative da remoto, rese possibili da sviluppi tecnologici che forniscono strumenti e software in grado di semplificare la comunicazione a distanza, la condivisione di dati e documenti anche con chi non è fisicamente presente in ufficio.
La ricerca è stata portata avanti da Cezanne HR UK, tra persone di differenti stati europei e mostra una forte differenza di risultati tra le diverse nazioni: a fronte di un 39% di residenti in UK che risponde positivamente, in Italia solo il 27% degli intervistati rinuncerebbe a parte dello stipendio per poter lavorare da remoto.
Quali secondo voi le motivazioni?