Come gestisci le conversazioni difficili? Fai il Test!
Martina Tattini
Pare che, di fronte a momenti discussione complessi sul lavoro io sia una comunicatrice professionale, capace di mettere la cornice giusta alla conversazione per arrivare a risultati positivi. Non è un’etichetta che mi sono attribuita da sola, o un ruolo assegnatomi dai colleghi, ho fatto un test di 12 domande per scoprirlo sugli stili di conversazione (il test è in inglese e siamo certi che 12 domande standard non riescano a scavare nella nostra psicologia, ma a volte fa bene un po’ di leggerezza, e magari ci arriverà comunque qualche spunto interessante.)
Il test realizzato dal CMI (Chartered Management Institute) è stato disegnato per aiutare le persone a comprendere come migliorare il loro approccio a meeting e conversazioni difficili. L’idea è nata a seguito di una ricerca che sottolineava come 82% dei partecipanti non avesse mai intrapreso strategie o percorsi formativi per affrontare simili problematiche, all’ordine del giorno nel mondo lavorativo a causa di paghe, performance e comportamenti dubbi.
Il tema è importante, conversazioni gestite male, o che vengono evitate, possono avere un impatto significativo sulla crescita del business: si rovinano le relazioni tra colleghi, cresce il risentimento e la frustrazione ed i problemi diventano sempre più grandi.
Osservare come vi comportate di fronte alla frase “Dobbiamo parlare” può essere molto utile. Se riconosciamo il nostro stile, possiamo individuare i nostri difetti e gli aspetti da migliorare.
E non spaventatevi se non vi riconoscerete nel risultato, anche io ne sono rimasta stupita!
Ma vediamo intanto quali sono i papabili profili di cui potreste far parte (per gioco li ho ribattezzati con i titoli di 4 film):
Il pacificatore
Il pacificatore odia i conflitti, gira attorno ai problemi piuttosto che affrontarli, nel tentativo generoso di rendere tutti felici. Il problema di questo approccio è che nonostante tutti si sentano ascoltati, i problemi non emergono mai del tutto e di conseguenza difficilmente vengono risolti, con il rischio di rovinare la bella atmosfera che il pacificatore voleva creare. Un manager o un team leader quindi devono evitare questo approccio, e prendersi la responsabilità di andare sempre a fondo per risolvere i conflitti.
Il fuggitivo
Il fuggitivo nasconde la testa sotto la sabbia sperando che i problemi si risolvano da soli, un approccio utilizzato da troppi manager di fronte ai problemi di performance del proprio team: aspettano che qualcun altro si faccia carico del problema, evitano i colloqui di valutazione, lasciando crescere sentimenti di risentimento ed incomprensioni. Un primo passo per cambiare approccio può essere stringere relazioni più solide con il proprio team, così da avere meno remore quando si tratta di sostenere conversazioni complesse.
Lo spaccatutto
Lo spaccatutto ribolle quando c’è una difficile conversazione da sostenere: dice esattamente ciò che pensa, evitando che qualcuno possa fraintendere. Il problema? A volte può essere un approccio troppo aggressivo, che spinge le persone a mettersi sulla difensiva ed impedisce dialoghi realmente costruttivi, impediti dal timore di una lavata di testa o di conseguenze sulla propria carriera.
Il professionista
Il professionista comprende esattamente che un dialogo complicato se ben gestito può portare un vantaggio per tutti, per questo si prepara in anticipo per affrontarla al meglio, è aperto all’ascolto e quindi riceve i feedback necessari su esigenze e problematiche del proprio team. Di fronte a questi riscontri sarà possibile attivare strategie per migliorare l’ambiente di lavoro, per esempio offrire attività di formazione a chi ne sente il bisogno, o in caso contrario si tratta di una persona perfettamente capace di spiegare le ragioni dei propri “No” e fare fronte alle critiche ricevute.