Se vi metteste ad analizzare in profondità le ragioni delle assenze dei vostri dipendenti scoprireste che, molte delle malattie registrate nascondono in realtà motivazioni molto differenti tra loro. Per quanto tutti riconoscano che si tratta di una pratica scorretta, molti inventano malattie per accudire il figlio influenzato o semplicemente per prendersi una giornata di riposo.
Queste pratiche sono ovviamente un problema per l’azienda: l’assenza di un dipendente è un costo, senza considerare il risentimento dei colleghi che invece sono sempre presenti e si trovano ad affrontare una mole di lavoro aumentata perché devono coprire anche le mansioni di chi non c’è.
Un buon sistema per la Gestione HR può fare molto per risolvere questa problematiche: un software per la Gestione Presenze ed Assenze consente di tenere traccia dei livelli di assenza, identificare trend ed individuare problematiche.
Ciò nonostante i dati non rispondono alla domanda principale: perché le persone pensano di non poter essere oneste in merito alle ragioni per cui non sono al lavoro?
Far confessare ai dipendenti la vera ragione per cui sono assenti non è semplice, ma sarebbe interessante per ciascun manager poter fare un’analisi delle motivazioni reali. Quante assenze a breve termine sono causate per esempio, da una disaffezione così forte dal posto di lavoro che impedisce al mattino di svegliarsi ed uscire dal letto? La mancanza di relazioni solide al lavoro od un manager eccessivamente autoritario quanto influiscono nella riluttanza a presentarsi in ufficio? Stress ed una mole di attività eccessiva quanto influenzano i livelli di assenteismo?
Un’altra fetta di assenti da individuare e gestire con cura sono coloro che nascondono dietro le malattie, l’esigenza di più tempo per seguire figli piccoli o genitori e parenti anziani.
Le persone evitano di esprimere queste problematiche e preferiscono simulare una brutta influenza poiché temono che i manager si facciano l’idea che, troppe situazioni da gestire nella vita quotidiana, li rendano poco affidabili, non considerandoli nel caso di una eventuale promozione. Atteggiamenti e paure che sono fortemente influenzati dalla cultura aziendale.
Se in azienda si riscontra un’atmosfera aperta e di supporto, un dipendente sarà più incentivato a cercare aiuto e consigli se si trova in una situazione (lavorativa o meno) di difficoltà. Se i manager si dimostrano comprensivi e coinvolti, in un momento di emergenza le persone sentiranno di poter collaborare con il proprio management per trovare un compromesso che soddisfi entrambi (lavorare da casa, chiedere aiuto ad un collega…).
Si tratta di incoraggiare un approccio più empatico alla gestione del personale; il che non significa essere eccessivamente permissivi od ignorare i problemi, ma gestire il tutto con correttezza ed efficienza. Lavoro e vita privata sono strettamente interconnesse e non tutti (non sempre) sono in grado di lasciare fuori dall’ufficio le problematiche personali. Riconoscere questi momenti di difficoltà e supportare le persone nel superarli farà guadagnare fiducia e rispetto al management, con benefici in termini di efficienza e produttività.
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