Il nuovo migliore amico dell’HR? Come l’AI può alleggerire il carico del team

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando le risorse umane automatizzando compiti ripetitivi, migliorando i processi di selezione e potenziando il coinvolgimento dei dipendenti.
Gli strumenti basati su AI possono aumentare significativamente la produttività gestendo attività amministrative, organizzando pianificazioni e supportando nella redazione di policy, permettendo così ai professionisti HR di concentrarsi su attività più strategiche.
Questi strumenti aiutano anche a redigere annunci di lavoro inclusivi, selezionare i candidati migliori e semplificare i processi di onboarding, portando a un’assunzione più efficiente e dipendenti più soddisfatti.

Solo a me sembra che l’AI stia ovunque nella nostra vita?
Ultimamente, sembra impossibile scorrere una pagina web, sfogliare una rivista o chiacchierare con un collega senza che l’Intelligenza Artificiale venga fuori nella conversazione. E sì, apprezzo pienamente l’ironia del fatto che questo blog parli proprio di AI!

La verità è che l’AI è ovunque. Che si tratti di creare la playlist perfetta per le pulizie di primavera o sistemare una mail importante, è ormai intrecciata con la nostra vita quotidiana. Che la si ami o la si odi, una cosa è certa: l’AI non se ne andrà… e la sua influenza è destinata a crescere – soprattutto nel mondo del lavoro.


AI: come aiuta la produttività HR?

Nel lavoro quotidiano, l’Intelligenza Artificiale ha il potenziale per essere trasformativa, a prescindere dal settore.
Questo perché può occuparsi di quei compiti ripetitivi e noiosi che spesso evitiamo, liberando tempo per attività che richiedono davvero il tocco umano: pensiero creativo, risoluzione di problemi, costruzione di relazioni. E non è solo una supposizione!

Ad esempio, uno studio del Nielsen Norman Group ha rivelato che gli strumenti di AI generativa hanno aumentato del 66% la produttività degli utenti aziendali in compiti realistici. Secondo LinkedIn, l’implementazione dell’AI nelle operazioni HR può ridurre in media del 15-20% il tempo lavorativo impiegato.

Con questi numeri, i professionisti della gestione del personale dovrebbero vedere l’ascesa dell’AI come un’opportunità. Che si tratti di creare annunci accattivanti, rispondere a domande banali o aiutare nella stesura di policy complesse, i sistemi HR con funzionalità AI possono gestire tutto ciò.

In effetti, l’AI potrebbe diventare il tuo nuovo migliore amico. Ecco perché…


Perchè l’AI aiuta l’HR?

Risparmiare tempo con l’amministrazione (così puoi concentrarti sulle persone)

Diciamolo chiaramente: i team HR sono sommersi dall’amministrazione. Dalla redazione di descrizioni di lavoro e policy aziendali, alle risposte a domande frequenti… c’è sempre qualcosa da scrivere, modificare o controllare.

Fortunatamente, un software HR che integra AI generativa può alleggerire gran parte di questo lavoro, generando bozze per policy, email o persino sintesi di valutazioni delle performance. Invece di passare ore a cercare la formulazione giusta o a rileggere documenti per verificarne l’accuratezza, puoi semplicemente adattare i contenuti generati dall’AI al tono aziendale, risparmiando tantissimo tempo.

E non si tratta solo di scrittura: strumenti AI e automazioni intelligenti possono gestire pianificazioni, impostare promemoria e rispondere a domande ripetitive. Pensalo come il tuo assistente digitale dedicato, che si occupa delle noie per lasciarti spazio alle relazioni.

Questo tipo di funzionalità sarà presto disponibile nel sistema Cezanne HRIS, con l’introduzione della nuova Writing Assistance basata su AI. Potrà aiutarti a scrivere una bio perfetta, evitare errori grammaticali, arricchire il linguaggio e creare contenuti davvero coinvolgenti. Niente più blocco dello scrittore!


Potenziare la selezione del personale

Trovare le persone giuste è una delle sfide principali per chi si occupa di risorse umane – soprattutto in un mercato del lavoro competitivo e con un’economia incerta.
Per fortuna, l’AI può essere un alleato potente.

Serve creare un annuncio inclusivo e coinvolgente? L’AI può aiutarti. Troppi CV da esaminare? L’AI può selezionare i candidati in base alle competenze chiave, senza sostituire il giudizio umano essenziale per un’assunzione efficace.

Alcune aziende usano persino chatbot AI per rispondere alle domande dei candidati in tempo reale. Uno studio recente ha mostrato che le email di recruiting generate dall’AI hanno un tasso di accettazione del 44% più alto rispetto a quelle tradizionali. Niente male, vero? Aziende come Siemens e Robert Walters già utilizzano strumenti AI per rendere più efficiente la selezione.


Onboarding più fluido e intelligente

Le prime impressioni contano, e un onboarding mal gestito può partire col piede sbagliato. I software di onboarding con funzionalità AI possono semplificare questo processo gestendo documenti, configurando accessi e rispondendo alle domande più comuni – il tutto senza che l’HR debba intervenire.

Hitachi, ad esempio, ha ridotto i tempi di onboarding e l’intervento dell’HR grazie ad assistenti digitali alimentati da intelligenza artificiale. Il risultato? Assunzioni più rapide, dipendenti più felici e meno stress per l’HR.


Mantenere i dipendenti coinvolti e informati

Il coinvolgimento dei dipendenti è una sfida costante, ma l’AI può offrire un aiuto concreto.
Può creare programmi di formazione personalizzati, generare comunicazioni interne che colpiscono nel segno e persino analizzare i feedback dei dipendenti per suggerire miglioramenti culturali.

Immagina uno strumento che ti aiuti a comunicare davvero con il tuo team, senza tentativi a vuoto.


Un HR data-driven… senza mal di testa

L’HR è sempre più orientato ai dati, ma affrontare fogli di calcolo e interpretare numeri complessi non è esattamente entusiasmante. Per fortuna, l’artificial intelligence può fare gran parte del lavoro analizzando sondaggi, tracciando il sentiment e individuando i rischi di abbandono prima che diventino problemi reali.

Ad esempio, l’AI può rilevare schemi nei feedback dei dipendenti, aiutando le risorse umane a intervenire con decisioni più intelligenti, rapide e basate sui dati. Risultato? Maggiore benessere e migliori risultati aziendali.


Un rapido reality check

Nonostante tutti questi vantaggi, l’adozione dell’AI nelle HR è ancora agli inizi. Un sondaggio dello scorso anno ha rilevato che il 90% dei professionisti HR senior ha dichiarato che la propria organizzazione non utilizza ancora l’AI nella selezione, e solo il 3% prevede di farlo entro l’anno.

Cosa frena le risorse umane? Incertezza, carenze di competenze e timori etici. Ma con l’evoluzione dell’AI e la dimostrazione del suo valore, è probabile che sempre più team HR inizieranno a sperimentare, soprattutto considerati i benefici potenziali.


L’AI non è la risposta a tutto

Anche se siamo grandi sostenitori dell’AI utile e intelligente nelle HR, non è una soluzione magica a tutti i problemi. Come qualsiasi strumento, ha i suoi difetti: bias nei contenuti generati, informazioni non sempre corrette e questioni di conformità normativa (ciao, GDPR!).

C’è poi un tema ancora più grande: la fiducia. Un recente sondaggio ha rilevato che il 54% dei lavoratori si sente a disagio con l’uso dell’intelligenza artificiale da parte dell’HR, e il 70% non ha ricevuto alcuna formazione sull’AI. Un bel divario, considerando la velocità con cui l’AI sta cambiando!

Per costruire fiducia nell’AI, sono fondamentali trasparenza, formazione e comunicazione chiara.
In Cezanne, crediamo che l’AI abbia un ruolo fondamentale nella trasformazione dell’HR e siamo impegnati nello sviluppo e nell’integrazione di nuove funzionalità in modo sicuro ed etico.

Cosa significa un uso sicuro ed etico dell’AI nell’HR?

In breve, vogliamo che ogni funzionalità AI sia utile e allineata agli interessi sia delle organizzazioni che dei dipendenti – perché è così che dovrebbe essere. E, sebbene l’AI possa essere un fantastico supporto, non dovrebbe mai sostituire il giudizio umano.
Dopotutto, l’HR si occupa del lato umano del lavoro – e questo, neanche la macchina più avanzata potrà mai replicarlo davvero.

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Martina Tattini