Un’indagine della Harvard Business Review sulle aziende degli Stati Uniti, racconta che il 33% dei nuovi assunti in un’organizzazione inizia a cercare un nuovo lavoro già nei primi sei mesi. Questa ricerca porta in luce un dato importante: tutto lo sforzo fatto in fase di recruiting per trovare una persona competente ed adeguata da assumere, rischia di essere vanificato se non si presta attenzione ad un ottimale inserimento in azienda. Mesi spesi tra la redazione e la pubblicazione degli annunci di lavoro, i colloqui, le recall dei candidati ed infine l’assunzione; da qui ha inizio tutto il processo di inserimento e formazione del nuovo arrivato. È evidente quanto possa costare ad un’impresa trovarsi a dedicare tempo e risorse ad una persona che dopo pochi mesi se ne va.

Quando un neoassunto se ne va in tempi brevi, si tende a pensare che il problema sia stato nella fase di selezione e si sia scelto il candidato sbagliato; non sempre è così. Spesso i problemi insorgono dopo, a partire dal primo giorno di lavoro. Per questo è molto importante dedicare una certa cura alla redazione di un piano di Onboarding aziendale.

Un piano ben strutturato si compone di due diversi ambiti: uno più pratico ed uno più legato alla socddisfazione del nuovo dipendente.

Gli aspetti pratici di un’assunzione possono sembrare banali, ma non è così: quante persone ne vengono coinvolte (IT, HR, amministrazione, manager…)? Quali device devo preparare affinché siano certamente operativi per il primo giorno del nuovo collaboratore? Chi e come si occuperà della sua formazione? Alcuni aspetti di un onboarding sono molto simili tra loro, ragione per cui lo si può rendere efficiente attraverso una lista preconfezionata di task (modificabile a seconda delle circostanze) condivisa con tutti gli attori coinvolti che consenta di avere sotto controllo tutti gli aspetti pratici di un piano di inserimento.

Smarcati questi aspetti, ci si potrà dedicare ad una fase altrettanto delicata, più legata a soddisfazione e socializzazione del neoassunto. Tutti noi sappiamo bene come ci si sente i primi giorni in una realtà nuova: spaesamento, timidezza, desiderio di fare bella figura… tutti aspetti che contribuiscono alla formulazione di alcuni quesiti “Sarò all’altezza? Questo posto di lavoro fa al caso mio? Come mi troverò con colleghi e management?

Perchè le risposte a queste domande siano positive è necessario preparare un percorso di inserimento che tenga conto delle naturali difficoltà di un neoassunto. Preoccupatevi di presentarlo a tutte le persone con cui dovrà lavorare, indicandogli chiaramente a chi dovrà fare riferimento per le diverse tematiche. Mostrategli gli spazi dell’ufficio e le abitudini consolidate (lo spazio per il pranzo, gli acquisti condivisi, l’area relax…). Fate in modo che sia chiara la cultura aziendale, così che il nuovo arrivato possa comprendere immediatamente se conforme alle sue aspettative, illustrate tutte le policy e coinvolgetelo nel piano di formazione in modo che non abbia difficoltà ad esprimere incertezze e perplessità.

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Martina Tattini