• Il 63% dei neoassunti rinuncia al nuovo incarico ancor prima di iniziare
  • 1 dipendente su 5 cambia posizione lavorativa ogni anno
  • L’87% dei dipartimenti HR non ha ancora digitalizzato i propri processi di gestione Onboarding

È quanto emerge da un’indagine portata avanti da Cezanne HR in Inghilterra, ma i cui risultati offrono alcuni spunti di riflessione interessanti, applicabili anche al mondo del lavoro in Italia, in particolare in merito alle difficoltà di inserimento in un nuovo posto di lavoro per i neo-assunti.

L’analisi è stata portata avanti a Gennaio 2019 tra 250 responsabili HR di aziende inglesi, rivelando anche un certo grado di difficoltà nella retention dei collaboratori.

Di fronte a tutte queste problematiche, ancora si fatica a dotarsi di strumenti tecnologici che agevolino il coinvolgimento dei dipendenti, ma qualcosa si muove, con un 48% di organizzazioni che dichiara di voler investire maggiormente nel processo di Onboarding.

Il problema della comunicazione

Una delle ragioni fondamentali delle difficoltà di inserimento in azienda per un nuovo arrivato risiede proprio nella mancanza di comunicazione con team e management.

Quali tool per la comunicazione con i dipendenti vengono utilizzati nel processo di inserimento?

Di fronte a questa domanda, il 75% risponde di utilizzare le mail, il 66% il telefono, con un significativo 87% degli intervistati che ammette di non avere in uso in azienda un portale online dedicato all’Onboarding, segno di una forte arretratezza nella digitalizzazione dei processi aziendali.

Un team eterogeneo

L’Onboarding non dovrebbe riferirsi solo ai neo-assunti, ma anche a tutti coloro che rientrano al lavoro dopo un lungo periodo di assenza (malattia, maternità) o che cambiano posizione, sede all’interno della stessa organizzazione. Un terzo delle aziende coinvolte nell’indagine non prevede un processo di reinserimento al lavoro su misura che offra supporto ai propri dipendenti.

Nella battaglia per riuscire ad avere in azienda i collaboratori migliori, ci si è focalizzati esclusivamente sul processo di recruiting, dimenticando quanto sia importanti i primi mesi in un nuovo ruolo e l’attenzione costante al benessere dei collaboratori per sentirsi a proprio agio e dare il massimo.

Abbiamo riassunto i risultati di questa indagine in un’infografica:

 

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Martina Tattini