Gli ultimi dati raccolti dall’Inps, relativi all’anno 2016, ci pongono davanti ad un quadro la cui analisi risulta interessante per comprendere il comportamento dei dipendenti aziendali sul tema delle assenze.

Nel 2016 appunto, sono stati inviati 12,6 milioni di certificati medici, solo nel settore privato, un aumento del 4,4% rispetto all’anno precedente; di questi più di un terzo, precisamente il 38% è stato inviato nel quarto trimestre dell’anno, vale a dire da ottobre a dicembre. Non stupisce che si tratti dei mesi invernali e quindi di quelli più ricchi di malattie stagionali, ma sappiamo che le assenze per malattia, se ben analizzate, possono indicare un disagio più profondo, troppo spesso legato a dinamiche aziendali distorte.

Non è un caso infatti che l’Italia superi del 15% la media europea quando si parla di malattia brevi; parliamo di un 50% di assenze per malattia correlabili a quella che viene definita “Sindrome del weekend lungo“, con una forte concentrazione di assenze dal lavoro nella giornata di lunedì.

Il tasso di assenteismo risulta correlato anche a fattori non solo temporali, ma legati alle caratteristiche delle persone. Risulta un aspetto geografico, con il 28% delle assenze concentrate nell’area del Nord-est, un dato anagrafico, il 15,7% delle assenze per malattia è richiesto tra i 40 ed i 44 anni e di genere (56% uomini).

Non si può poi prescindere da un’analisi legata alla tipologia contrattuale; tra i lavoratori del settore privato con almeno un evento di malattia nell’anno 2016, l’83%, 3,7 milioni circa, ha un contratto a tempo indeterminato. Nel dettaglio la media di eventi di malattia tra i lavoratori a tempo indeterminato è 2,2 e scende a 1,7 tra i collaboratori a tempo determinato.

È immediato pensare che questa differenza sia data da un’incertezza lavorativa tra chi lavora a tempo determinato e non ha un contratto stabile (per lo più giovani, e questo trova conferma anche nell’analisi della distribuzione anagrafica di cui abbiamo parlato poco fa) e quindi tenderà ad assentarsi il meno possibile da lavoro temendo che questo possa avere ripercussioni sulla stabilizzazione contrattuale.

Qualche dato a livello europeo

Abbiamo estratto alcune informazioni dal nostro software di gestione ferie ed assenze; si tratta indubbiamente di un’analisi parziale, fatta sulle richieste di assenza registrate sul sistema dai dipendenti dei nostri clienti in tutta Europa, ma è interessante notare qualche piccola differenza rispetto ai dati ufficiali Inps sull’italia.

Il giorno di malattia più richiesto risulta il martedì. Una spiegazione potrebbe essere data dalla prassi inglese di spostare alcune delle festività al primo lunedì utile (bank holiday); in questo caso si confermerebbe la teoria della sindrome da weekend allungato.

Si confermano invece Ottobre e Novembre i mesi con il maggior numero di richieste di assenza.

Chiunque si occupi di gestione del personale aziendale conosce molto bene il problema delle assenze e le conseguenze che una cattiva gestione dell’assenteismo può avere sul morale del team ed il rendimento del business.

Svariate ricerche dimostrano che l’italia se riuscisse a mantenere i livelli di assenteismo ad una media comparabile a quella delle altre nazioni europee, ne ricaverebbe un beneficio che si aggira intorno ai 15-20 miliardi di euro ogni anno.

È evidente quindi come un’analisi attenta dei dati di assenza sia fondamentale in ogni organizzazione che abbia a cuore il benessere dei propri collaboratori e la crescità della produttività aziendale.

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Martina Tattini