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Pride Month –  Risorse fondamentali per i professionisti HR, in sintesi

Sapevi che oltre il 40% delle persone LGBTQ+ dichiara di sentirsi costretta a nascondere la propria identità sul posto di lavoro? Questo dato evidenzia quanto sia ancora lunga la strada verso un’autentica inclusione nei luoghi di lavoro, anche oggi.

Per questo motivo, il ruolo dei professionisti delle risorse umane è centrale: non solo durante il mese del Pride, ma tutto l’anno, è fondamentale promuovere ambienti realmente inclusivi, in cui tutte le persone possano sentirsi valorizzate, rispettate e sicure.

Ecco cinque risorse selezionate per aiutarti a costruire una cultura aziendale più inclusiva e a sostenere concretamente i dipendenti LGBTQ+.


1. Dati e approfondimenti su inclusione e identità LGBTQ+ in Italia

Per comprendere davvero le sfide che le persone LGBTQ+ affrontano sul lavoro, serve partire dai dati. Organizzazioni come Arcigay, Famiglie Arcobaleno, o Centro Risorse LGBTI offrono report, ricerche e materiali divulgativi utili a capire il contesto nazionale, incluso il fenomeno dell’omolesbobitransfobia nei luoghi di lavoro.

Consulta le loro pubblicazioni per avere una panoramica aggiornata sulla condizione lavorativa delle persone LGBTQ+ in Italia e sulle buone pratiche da adottare.


2. Formazione su identità di genere e inclusività

Comprendere le identità trans, non binarie e gender non-conforming è fondamentale per garantire un ambiente inclusivo. Associazioni come MIT (Movimento Identità Trans) o AGEDO offrono percorsi di formazione, consulenze e materiali dedicati alla diversità di genere nei contesti lavorativi.

Molti di questi enti propongono anche strumenti pratici per sviluppare policy aziendali inclusive, come linee guida sull’utilizzo dei pronomi, dress code inclusivi o procedure per la transizione di genere in azienda.


3. Come creare programmi di diversity davvero efficaci

Le iniziative sulla diversità non sono sempre efficaci se non ben progettate. È importante evitare approcci superficiali o puramente formali.

Articoli e studi di settore, anche pubblicati da università italiane o da riviste di psicologia del lavoro e organizzazione, offrono riflessioni su come progettare interventi che siano realmente trasformativi e non solo di facciata. Cerca contenuti che analizzino criticamente gli effetti di politiche DEI (diversità, equità e inclusione) per capire come migliorarne l’efficacia.


4. Discriminazione nei processi di selezione: cosa dice la ricerca

Le persone LGBTQ+ possono essere penalizzate anche prima di entrare in azienda, durante la selezione. Diverse ricerche italiane e internazionali (consultabili ad esempio tramite ISTAT o riviste accademiche) analizzano le discriminazioni nei CV o nei colloqui di lavoro.

Formare i recruiter e aggiornare i processi di selezione con un approccio inclusivo è fondamentale per garantire pari opportunità a tutte le persone candidate.


5. Podcast, video e testimonianze per una maggiore consapevolezza

Per andare oltre la teoria, è utile ascoltare le storie delle persone LGBTQ+ nel mondo del lavoro. Alcuni podcast italiani o episodi dedicati su piattaforme come Spotify e RaiPlay Sound, ospitano testimonianze dirette che aiutano a cogliere la realtà vissuta da chi si confronta con discriminazioni sottili, microaggressioni o mancanza di rappresentanza.

Questi contenuti possono essere uno strumento formativo per tutto il team HR, ma anche per i manager e le figure di leadership aziendale.


Conclusione

Il pride month è un’occasione per visibilizzare e celebrare la diversità, ma il vero impegno deve proseguire tutto l’anno. La costruzione di un ambiente lavorativo inclusivo richiede ascolto, formazione continua, aggiornamento delle policy e un impegno attivo nel contrastare ogni forma di discriminazione.

I professionisti HR hanno l’opportunità – e la responsabilità – di guidare questo cambiamento.

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Martina Tattini