Un indovinello per iniziare il blog di questa settimana:

Padre e figlio sono in macchina, stanno andando verso la scuola, ma ad un tratto hanno un incidente. Il ragazzo viene portato in ospedale, arriva il chirurgo, lo guarda ed esclama: “Non posso operare questo ragazzo, è mio figlio.”

Com’è possibile?

Questo il quesito posto durante un evento HR sul pregiudizio inconsapevole. Dalla sala si sono levati mormorii e perplessità e solo alcuni hanno saputo rispondere, nonostante la soluzione sia molto semplice: il chirurgo è la madre del ragazzo.

Quanti di voi hanno automaticamente pensato che il chirurgo fosse un uomo? La maggior parte dei delegati presenti all’evento l’ha dato per scontato, donne incluse, a dimostrazione di quanto possano essere forti pregiudizi e stereotipi.

Ci riteniamo persone giuste ed obbiettive, ma la realtà è che tutti abbiamo dei preconcetti, consapevoli o meno. Per esempio tendiamo a circondarci di persone con cui ci sentiamo sicuri o che ci sembrano di pari livello.

Nel tempo ci costruiamo schemi mentali ed associazioni che ci portano ad avere determinate sensazioni ed attitudini verso gli altri, in base a caratteristiche quali razza genere, età ed aspetto.

Questi pensieri vanno a radicarsi nel nostro subconscio, agendo come lenti attraverso cui filtriamo le informazioni rilevanti. In questo modo arriviamo a conclusioni che consentono ai nostri pregiudizi di emergere.

Nel suo libro, “Blink”, Malcolm Gladwell mostra quanto i pregiudizi involontari siano presenti nel mondo aziendale; averne consapevolezza è molto importante poiché, se non si presta attenzione possono avere un forte impatto sulle decisioni che prendiamo in merito ad assunzioni, promozioni e gestione delle performance.

Esistono diverse tipologie di pregiudizio, andiamo ad elencare quelle più comuni. Ti viene in mente qualche occasione in cui anche tu ci sei cascato?

  • Pregiudizio d’affinità: altrimenti detto “Sindrome del mini-me”. In sede di colloquio potremmo selezionare un candidato perché abbiamo l’impressione che ben si integri al nostro modo di vedere.
  • Pregiudizio di conferma: accade quando ricerchiamo un modo per confermare il nostro preconcetto; per esempio, se una persona è sovrappeso supponiamo sia pigra e cerchiamo esempi che confermino la sua scarsa produttività.
  • Pregiudizio di status: quando giudichiamo e trattiamo qualcuno sulla base della percezione di status sociale. Presentandoti come “Dottore” o “Professore” probabilmente riceverai maggiore attenzione piuttosto che presentandoti semplicemente con il tuo nome.
  • Pregiudizio di percezione: la tendenza a categorizzare le persone che ci porta a credere per esempio che una persona magra sia energica, o che un ragazzo che indossa una felpa con il cappuccio possa tendere all’aggressività.
  • Pregiudizio da bellezza: si verifica quando un candidato viene assunto per la propria avvenenza fisica piuttosto che per le proprie competenze e qualità. Una persona potrebbe essere scelta al posto di un’altra per il ruolo di receptionist grazie ai suoi occhi dolci.

La problematica dei pregiudizi involontari inizia ad essere presa sul serio nel mondo del lavoro: non solo limita le diversità all’interno dell’organizzazione (e tutte le conoscenze che una forza lavoro eterogenea può apportare), ma può avere un effetto nocivo su coinvolgimento, produttività e performance.

Alcune azioni che suggeriamo di intraprendere per ridurre l’impatto dei pregiudizi inconsapevoli all’interno dell’azienda:

  • Sii consapevole che tu e chiunque intorno a te avete pregiudizi
  • Sii onesto in merito ai tuoi pregiudizi: non mettere in discussione di fronte agli altri solo quelli più moralmente accettabili.
  • Crea consapevolezza dell’esistenza e dell’impatto di questi preconcetti nella tua organizzazione, e discuti su quali azioni intraprendere per gestirli.
  • Mettetevi alla prova così da comprendere la tipologia e la forza dei pregiudizi presenti nel team.
  • Incoraggia le persone ad essere oneste ed a controllare il pregiudizio.
  • Evita di demonizzare i pregiudizi, porteresti gli altri a non discuterne.
  • Non utilizzare un linguaggio eccessivamente emotivo. Questo non ha efficacia sul pregiudizio, anzi spesso lo peggiora.

Hai mai pensato a che ruolo potrebbero giocare i pregiudizi nelle tue decisioni? Hai provato a contrastarli nella tua azienda?

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Alcune informazioni sono tratte da: www.bluetuliptraining.co.uk

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Martina Tattini