Fermati un attimo e rifletti sulla composizione del team manageriale della tua organizzazione: si compone di persone che, anche se non sempre d’accordo, tendono a pensare e ad approcciarsi al lavoro nello stesso modo? O al contrario le riunioni aziendali sono ricche di dibattito ed i colleghi che vi partecipano offrono prospettive e stili di lavoro differenti?

Pare che la modalità manageriale più diffusa sia la prima: per quanto i posti di lavoro tendano a mostrarsi sempre più eterogenei, in termini di differenze di genere, età e background culturale, c’è ancora tanta strada da percorrere per raggiungere una vera differenziazione di pensiero.

Per un’azienda è fondamentale evitare che si diffonda il pensiero unico di gruppo; quando persone con diversi punti di vista vengono messe insieme a lavorare su un progetto condiviso o a gestire un problema, il risultato dei loro sforzi è quasi sempre superiore rispetto ai gruppi con un unica visione.

Quindi cosa possono fare le risorse umane per aiutare le imprese ad abbracciare l’idea di diversità cognitiva e costruire una forza lavoro in cui le differenze siano un vantaggio?

Incoraggia dibattiti aperti

I leader aziendali spesso non apprezzano che venga contraddetto il loro punto di vista. Abbiamo la tendenza a guardare ai conflitti come qualcosa di necessariamente negativo e da evitare. Ma nei fatti esistono dei conflitti sani, intesi come espressione rispettosa di differenti punti di vista ed opinioni, che sono la linfa vitale per l’innovazione organizzativa ed il mantenimento della competitività sul mercato. Le HR devono comprendere come rendere il confronto una parte fondamentale dello sviluppo manageriale. È importante che già in fase di formazione, ai manager siano fornite le competenze per gestire al meglio un dibattito e renderlo positivo, facendo sì che tutti i collaboratori si sentano liberi di esprimere la loro opinione.

Crea una cultura inclusiva

Quasi nessuna organizzazione incoraggia e premia l’espressione libera del proprio pensiero, mentre la creazione di una cultura collaborativa ed aperta dovrebbe essere inclusa tra i KPI dei manager. Statistiche, analisi dei dati, colloqui, possono aiutare il management a riconoscere gli stili lavorativi che risultano meno rappresentati all’interno del loro team e migliorare la propria capacità di far lavorare insieme più efficacemente persone molto diverse tra loro.

Sviluppa competenze che rinforzino la diversità cognitiva

Le risorse umane possono fare molto per supportare le diversità cognitive, rivedendo la cornice di competenze interne all’organizzazione ed i processi di selezione, sviluppo e valutazione del personale.

Attribuire importanza alla diversità cognitiva ed alla diversità in generale ed alle competenze necessarie perchè possa essere efficace, deve diventare uno degli obbiettivi principali del management aziendale, un elemento da tenere presente in ogni decisione: gestione dei nuovi assunti, attività formative, target da raggiungere per ciascun team, riconoscimenti e ricompense…

Focalizzarsi su certi aspetti che non sembrano di primo impatto sulla crescita del business può sembrare sfidante, ma è fondamentale in un mercato che cambia velocissimo. Quando ben impostato, quest’approccio può far crescere una cultura mirata a curiosità ed innovazione che fa bene alle persone ed alle aziende.

La tecnologia può essere un valido mezzo per aiutarvi a diffondere la cultura del confronto. Se in azienda utilizzate un software HR, sfruttatene gli aspetti social per mettere in comunicazione le persone e creare uno spazio digitale in cui condividere idee, suggerimenti e progetti.

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Martina Tattini