Nel mondo delle risorse umane parliamo in continuazione di dati e del ruolo fondamentale che giocano per migliorare le performance aziendali e comprendere la forza lavoro. Non è un caso che le organizzazioni con una forte cultura analitica dimostrino spesso anche ottime performance di business.

Va aggiunto che i software HR più moderni forniscono un supporto incredibile per la reportistica legata al personale, dalle competenze, alla formazione, passando per coinvolgimento, assenze e produttività. Ma è importante anche non focalizzarsi solo sui numeri e ricordare che le statistiche non dicono sempre tutta la verità.

Un indicatore come il Bradford Factor per esempio, è sicuramente utile, ma potrebbe non essere totalmente appropriato di fronte a problematiche di benessere dei dipendenti legate a stress e sovraccarico. È necessario andare più a fondo e guardare anche oltre i dati. Quali sono le ragioni di un aumento delle assenze? Si verificano in un dipartimento specifico o in determinati giorni della settimana?

Che cosa ti raccontano davvero le statistiche sulle assenze della tua azienda?

Le assenze sono uno degli indicatori chiave del benessere dei dipendenti ed anche del fatto che non sempre i numeri raccontano tutto. La reportistica a riguardo è sicuramente utile per identificare quei collaboratori che si prendono malattie seriali o per individuare quei team in cui il livello di assenze sta diventando problematico.

Il problema è che se le organizzazioni non fanno un passo avanti per guardare oltre i dati, hanno davanti a sè un quadro parziale ed il rischio di prendere decisioni che minano il coinvolgimento dei dipendenti.

Sicuramente in ogni azienda ci sono collaboratori che se ne approfittano, mettendosi in malattia dopo un weekend pesante o per un leggero raffreddore. Ma a controbilanciare ne esiste una grandissima fetta che utilizza assenze per malattia di breve durata a causa di incombenze di cura, come un bambino piccolo o genitori anziani. Altri ancora potrebbero incontrare difficoltà ad esplicitare un malessere dovuto a stress o a malattie croniche perchè temono di essere malvisti dal management.

Allo stesso modo c’è chi sente il bisogno di assentarsi perchè affaticato da un sovraccarico lavorativo o da relazioni tese sul luogo di lavoro.

Restituire umanità alle HR

Chi si assenta dal lavoro per alcune delle motivazioni precedenti, sta affrontando un periodo di fragilità: inviargli un avviso automatico ed impersonale che il loro livello di assenza sta diventando eccessivo può farli sentire un numero per l’azienda e peggiorare la loro esigenza di assentarsi dal lavoro.

Sedersi faccia a faccia e parlare con sensibilità alle persone per comprendere davvero le motivazioni dietro alle loro assenze, può portare effetti migliori: offre un’opportunità a ciascuno per aprirsi liberamente in merito alle proprie problematiche ed alle HR l’occasione per offrire supporto e cercare delle soluzioni insieme che coincilino esigenze individuali e di business.

In questo modo un collaboratore si sentirà supportato dall’azienda nel superamento dei propri problemi, sentendosi spinto a maggiore lealtà e coinvolgimento con l’impresa.

Questo è solo un esempio classico di come le organizzazioni debbano a volte andare oltre i dati e le statistiche.

Trovare il giusto equilibrio

I risultati delle indagini sul coinvolgimento dei dipendenti, ti mostrano il quadro reale o riportano un risultato falsato perchè sottovalutate dai collaboratori che le considerano solo formalità?

Il programma di benefit non decolla perchè i dipendenti non sono interessati o perchè non offri nulla di realmente stimolante?

I dati che il tuo sistema HR ti mette a disposizione hanno un grande valore, ma sono solo l’inizio di un’analisi approfondita e non la fine.

La chiave per ottenere dei risultati è non farsi affascinare solo dai grafici e pensare che i numeri siano tutto ciò che ti serve. Ciò che serve davvero è trovare un equilibrio tra ciò che raccontano le statistiche e ciò che invece ti dice il rapporto diretto con le persone e combinarli intelligentemente per studiare una strategia HR informata ed efficente.

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Martina Tattini