Aperitivi aziendali, sala ricreativa con tavoli da ping pong, sconti sulla palestra… tutte queste iniziative non possono migliorare da sole il benessere dei dipendenti. Le aziende dovrebbero condurre delle analisi almeno a cadenza annuale sul benessere dei loro collaboratori, in modo da avere chiaro cosa sia causa di stress e mettere in atto le misure necessarie per prevenirlo.

Le problematiche di stress lavoro correlato sono aumentate significativamente negli ultimi anni a causa di una cultura lavorativa sempre più pressante ed orari di lavoro in cui non si stacca mai. Su oltre 28 milioni di lavoratori in Italia, circa sei milioni,uno su cinque, soffrono di stress da lavoro. Troppo lavoro, scadenze irrealistiche, mancanza di supporto, incapacità di prendersi del vero tempo libero, sono tra le ragioni principali.

A questo va aggiunto un mercato del lavoro sempre incerto che non consente di approcciarsi con serenità alla propria professione. Il timore di perdere il posto porta le persone a comportamenti poco salutari come andare a lavorare anche quando malati, perchè assentarsi significa dimostrare poco impegno ed il rischio quindi di non venire più presi in considerazione.

Anche il management può essere parte in causa: persone estremamente preparate tecnicamente, ma che mancano di competenze relazionali e della capacità di gestire il loro team in maniera efficace, hanno un impatto importante sul morale dei collaboratori e sul loro benessere.

I costi per quelle organizzazioni che non prestano attenzione al benessere dei dipendenti sono alti; esiste per esempio una stretta correlazione tra benessere e talent retention, perchè le persone danno sempre più valore al well-being. E non c’è bisogno di spiegare l’importanza di avere collaboratori capaci, che non lascino l’azienda in favore di un ambiente più sereno.

Quindi cosa può fare un’organizzazione? Raccogliere dati e da quelli identificare i nodi e gli elementi di stress permetterà di intervenire su 3 livelli principali:

  • Formazione

Il management aziendale va equipaggiato delle conoscenze necessarie per impostare le attività in modo da ridurre lo stress e trovare un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata di ogni collaboratore.

  • Azione

Una volta formate le persone è necessario che abbiano a disposizione gli strumenti per ridurre lo stress lavorativo: investite in formazione per i dipendenti, in corsi che insegnino a gestire l’ansia, conducete analisi regolari sui risultati delle iniziative intraprese ed organizzate attività attente al benessere ed alla salute.

  • Osservazione

È importante imparare a riconoscere i segnali di stress ancor prima che emergano prepotenti, in modo da intervenire sul nascere per migliorare la situazione. Allenatevi all’osservazione e create un ambiente aperto in cui ciascuno si senta libero di esprimere il proprio disagio senza timore di venir giudicato.

Potrà sembrare un investimento importante, ma i ritorni positivi lo saranno ancora di più e le grandi aziende lo hanno ormai compreso. Sono le PMI che ancora hanno molta strada da percorrere; in molte realtà chi dovrebbe occuparsi di sviluppo del personale, è troppo impegnato a gestire aspetti amministrativi legati alle persone e fatica a trovare il tempo per focalizzarsi su altri aspetti. È importante invece comprendere che ciò che immediatamente potrebbe sembrare solo un investimento di tempo e risorse a perdere, sul lungo termine si rivelerà una scelta vincente per la competitività del business.

 

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Martina Tattini