Sono giorni difficili in UK: le ricadute (spesso negative) di Brexit sulla politica ed economia continuano a spaventare. Non è esagerato dire che il mondo del business è sotto shock: secondo un’indagine di People Management solo il 5% delle organizzazioni aveva pronto un piano post-brexit.

Chi si occupa di HR in particolare, si trova a dover rispondere a domande nuove e frequenti: staff ansiosi per il loro posto di lavoro, manager preoccupati per le reazioni del team e per le conseguenze dell’uscita dall’UE sulle loro strategie di recruiting e crescita.

Ancora non ci sono risposte pronte su questo tema, il territorio è inesplorato ed è impossibile avere informazioni rassicuranti da fornire. Gestire un’organizzazione in un simile stato di ambiguità è una grande sfida, ma diventa ogni giorno più importante sviluppare la capacità di muoversi agilmente nelle situazioni precarie: il clima di business è ad oggi caotico e volatile e le organizzazioni devono sapervisi adattare.

Ma prima di poter suggerire agli altri come muoversi nell’incertezza, devi imparare a farlo tu in prima persona.

Quindi cosa può fare un HR per migliorare la propria capacità di gestire l’inatteso e l’imprevisto mantenendo il focus sull’obbiettivo?

Lascia sedimentare

Quando ci confrontiamo con una situazione di cambiamento, è facile che le emozioni prendano il sopravvento spingendoci verso reazioni di panico in cui non siamo in grado di concentrarci o pensare razionalmente. In questa prima fase, è probabile mancare di concentrazione e prendere decisioni affrettate e nocive. È importante partire riducendo la pressione e lo stress: dai il tempo alle emozioni di sedimentare e raccogli le informazioni necessarie in modo coerente, così da avere un quadro chiaro della situazione da affrontare.

Comprendi le tue reazioni

Ciascuno reagisce al cambiamento in modo differente, ma tendenzialmente affrontiamo tutti 3 fasi: la prima che potremmo chiamare “fine, perdita ed abbandono” porta con sé emozioni come rabbia, paura, tristezza e frustrazione. Passiamo poi nella zona neutra in cui iniziamo ad abituarci alla nuova normalità, mantenendo però un certo grado di ansia ed incertezza. La fase finale è quella del “nuovo inizio”, in cui accettiamo ciò che sta accadendo e troviamo l’energia e l’entusiasmo necessari per affrontare la novità.

Avere consapevolezza di ciò che accade dentro di noi nelle situazioni di incertezza e non sentirsi soli, ma apprendere che tutti affrontano le stesse difficoltà, può essere molto utile per farci trovare l’approccio corretto.

Affronta il momento

Quando ci confrontiamo con una situazione ambigua, tendiamo a pianificare per ogni possibile eventualità: valutiamo tutti gli scenari, rischi ed opportunità e pensiamo a quale risposta sia corretta in ogni circostanza. Il problema con questo approccio, è che non possiamo pianificare per ciò che non conosciamo. Affrontare il momento attuale, e riflettere con calma su come reagire a ciò che abbiamo di fronte e non a ciò che potrebbe presentarsi, porta ad un approccio più misurato e ci aiuta a muoverci nell’incertezza, pur non avendo tutte le risposte.

Lavora con ciò che hai

Nelle situazioni poco chiare, fatichiamo perché non abbiamo il controllo; ciò è particolarmente complicato per chi è abituato a pianificare ed a vedere in bianco e nero. Gestire efficacemente le ambiguità significa invece fare affidamento solo sulle poche certezze che si hanno. A volte manca il tempo per crearsi un quadro completo, devi prendere la decisione migliore con le informazioni che hai a disposizione, e prepararti a cambiare rotta se la situazione dovesse cambiare nuovamente.

Spingi sui tuoi punti di forza

Tutti noi abbiamo diversi punti di forza che guidano i nostri comportamenti anche sul luogo di lavoro. Alcuni sono curiosi e creativi, altri coraggiosi ed onesti. Spingere sui propri punti di forza aiuta a muoversi in modo più confortevole nell’incerto. Possiamo per esempio puntare sul nostro desiderio di imparare per sviluppare competenze utili nel nuovo scenario, od utilizzare la perseveranza per non cedere alle difficoltà.

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Martina Tattini