Ad oggi sono sempre più numerose le aziende che scelgono il lavoro flessibile, costatando quali benefici questo apporti ai dipendenti, contribuendo alla costruzione di una forza lavoro motivata e produttiva.

È anche vero, però, che non tutte le richieste possono essere garantite, e ci sono senza dubbio situazioni in cui per l’azienda non risulta possibile rispondere positivamente ad alcune di queste senza compromettere la propria capacità di produzione e distribuzione di prodotti o servizi, e di incontrare i bisogni dei clienti. La sfida, per i manager che hanno a che fare con queste richieste, è assicurarsi di prendere decisioni bilanciate, senza esporsi inavvertitamente ad accuse di trattamenti iniqui.

Di seguito, alcuni dei quesiti chiave che possono aiutare le aziende ed i manager, a riflettere sulle proprie risposte ed essere certi di prendere le giuste decisioni.

Siamo prigionieri del routinario 9/18?

È sorprendente come molte aziende stiano ancora basando la loro organizzazione sull’orario fisso 9/18, laddove un approccio più flessibile all’orario di lavoro, avrebbe diversi vantaggi. Ci sono svariati modi per ripartire il piano orario, così che risulti più proficuo in termini di affari e di vantaggi per le persone. Esistono orari condensati, scaglionati e tante altre tipologie di organizzazione del lavoro che possono aiutare le aziende nel rispondere più efficacemente ai bisogni dei clienti ed a tenersi stretto il personale di talento che potrebbe invece abbandonare la nave e cercare lavoro da qualche altra parte.

Assicurati di aver ripensato all’orario lavorativo in modo creativo ed approfondito, senza rimanere bloccato nella routine del “ma qui abbiamo sempre fatto in questo modo”.

Stiamo opponendo resistenza a qualcosa che già facciamo?

Se scavi oltre la superficie ti accorgi che diverse aziende stanno già implementando in qualche modo orari di lavoro flessibili: un finance manager arriva in ufficio più tardi tutti i venerdì per portare la madre ad una visita in ospedale, ma lavora in pausa pranzo per recuperare il tempo dell’assenza; un membro dell’ufficio marketing lavora da casa un pomeriggio a settimana, giostrandosi i suoi appuntamenti in modo da poter andare a prendere i figli a scuola nel giorno di riposo della babysitter. Sono tutte tipologie organizzative non ufficiali, ma efficaci, che vengono negoziate individualmente. In questo modo, il lavoro viene comunque svolto, i dipendenti sono grati per questa libertà (e quindi probabilmente più leali e partecipi), l’azienda ne beneficia da ogni punto di vista, ma nessuno purtroppo ne parla apertamente per timore di tirare la corda.

Prenditi tempo per capire quanto lavoro flessibile è già presente nella tua impresa, così da apprendere dalle esperienze positive attorno a te.

Stiamo parlando di piccole modifiche o di grandi cambiamenti?

Di contro alla percezione diffusa, estendere il lavoro flessibile non significa fare grandi cambiamenti, potenzialmente distruttivi; spesso sono le piccole novità che fanno la differenza. Consentire ad un dipendente di lavorare dalle 10 alle 19 piuttosto che dalle 9 alle 18, per esempio, può aiutare la persona a bilanciare al meglio i propri impegni e le proprie responsabilità al lavoro e non. Spesso le aziende sono fortemente riluttanti nell’aprirsi a questi piccoli cambiamenti. Di recente ho avuto modo di parlare con una signora che ha lasciato il posto di lavoro perché il titolare non le dava il permesso di far slittare di mezz’ora il suo orario così che potesse andare a prendere i bambini all’asilo in tempo. È questo tipo di atteggiamento che può far perdere alle aziende talenti, senza considerare le competenze e la relazione con i clienti. Sii onesto: sarebbe davvero un problema permettere ad un dipendente di fare una piccola modifica al proprio orario di lavoro (perché sono i piccoli cambiamenti che vengono richiesti più frequentemente)? Apportare piccoli cambiamenti può inoltre avere un impatto reale sui livelli di assenza in azienda. Spesso infatti le assenze non sono dovute solo a malattie, ma si mascherano sotto richieste per malattia, problemi nel gestire tutte le situazioni e gli impegni della vita di tutti i giorni. Se i dipendenti si rendono conto che la richiesta di un minimo di flessibilità o di una giornata occasionale in cui lavorare da casa, rimane facilmente inascoltata, saranno spinti a mettersi in malattia così da poter gestire qualsiasi situazione gli si sia presentata.

Possiamo utilizzare a nostro vantaggio un’impostazione del lavoro flessibile?

Ad oggi lavoriamo in un sistema h24, 7 giorni su 7, in cui la clientela si rivela sempre più impegnativa. Si aspettano di avere accesso a beni e servizi anche al di fuori del normale orario lavorativo e, grazie alle tecnologie ed allo sviluppo dei Social Media, richiedono risposte immediate. Maggiore flessibilità nell’orario di lavoro, può attualmente agevolare le aziende nell’offrire un servizio migliore e più reattivo. Offre la possibilità di estendere la giornata lavorativa così da avere sempre qualcuno che possa rispondere alle esigenze dei clienti, affrontando problematiche e progetti in corso anche oltre le 18:00. I dipendenti dimostrano spesso la volontà di lavorare al di fuori degli orari convenzionali; le madri lavoratrici, per esempio, potrebbero preferire lavorare nel weekend quando ci sono altri membri della famiglia che possono prendersi cura dei bambini. Persone molto mattiniere potrebbero scegliere di iniziare a lavorare prima di altri, così da finire prima ed avere più tempo per i propri hobby ed interessi. Prova ad impostare un dialogo aperto con i tuoi dipendenti, per capire come il lavoro può essere impostato al meglio per adattarsi ai bisogni del dipendente ed a quelli aziendali; rimarrai sorpreso di ciò che potrai sentirti dire!

Sei stato chiaro sul perché ai detto no?

Impostare un’attività di lavoro flessibile nell’attuale situazione di sviluppo tecnologico è davvero semplicissimo. Grazie infatti alle innovazioni, ad oggi è realmente possibile lavorare ovunque ed a qualunque orario; maggiore flessibilità agevola le aziende nel creare team di lavoro anche tra individui che si trovano in paesi diversi con differenti fusi orario.

Ci saranno casi in cui dovrai effettivamente rifiutare una richiesta, ma prima di farlo, assicurati di aver riflettuto su ogni punto; in questo modo potrai giustificare la tua risposta ed evitare una reazione d’impulso. Prima di tutto, assicurati che sentimenti personali in merito ad un dipendente, non stiano influenzando la tua decisione. Se dici di sì a qualcuno che viene visto come un favorito, e no a qualcuno con cui hai una relazione meno positiva, prepari il terreno a sentimenti negativi e risentimento nel team.

Sei pronto a gestire le richieste di lavoro flessibile?   Facci sapere quali sfide pensi ti aspettino e cosa è già in atto nella tua azienda.

 

Carlos Aranda author image

Carlos Aranda